“Mettiamo l’io fra parentesi, questo è il tempo del ‘noi’”. A partire da queste parole di Papa Francesco, rilasciate qualche settimana fa in un’intervista esclusiva al tg5, abbiamo chiesto ad alcuni giovani della diocesi di rispondere a questa domanda: cosa vuol dire per te mettere l’ “io” tra parentesi in questa Quaresima 2021?

Significa uscire dal proprio guscio e dal proprio mondo, e provare a fare qualcosa di concreto per gli altri; nonostante la pandemia, anzi, soprattutto perché c’è la pandemia, è importante far sentire la propria presenza, creare legami, diffondere ancora di più il messaggio pasquale.

Valentina

Per la Quaresima in passato facevo dei piccoli fioretti o rinunce (dolci, social…) e la cosa ruotava dunque intorno a me, all’ “io” che papa Francesco ci chiede di mettere tra parentesi. Quest’anno vorrei invece vivere la quaresima attraverso il “noi” e mettermi al servizio degli altri e delle loro esigenze, in particolare degli anziani, che spesso sono un peso e quasi un fastidio per una società che corre troppo veloce per loro.

Cecilia
Papa Francesco durante l’intervista

Questo “noi”, quest’anno ha un valore immenso. Proprio quest’anno io e Stefano abbiamo deciso di sposarci. Non ci interessa fare una festa grandiosa e nemmeno scegliere il vestito più alla moda. Abbiamo scelto di diventare “noi” con Gesù. E questo è tutto. É un “noi” per la vita. É un “noi” per la speranza. È un “noi” voluto e desiderato con tutto il cuore. É un “noi” per il futuro. É un “noi” per diventare una famiglia. Vogliamo accoglierci, comprenderci, aiutarci, chiedendo a Gesù di accompagnarci sempre. Vogliamo essere testimonianza di un “noi” possibile anche in questo momento così insicuro e difficile. Nonostante le distanze imposte per la sicurezza di tutti, con coraggio vogliamo essere vicini al nostro cuore per sostenerci l’un l’altro nelle scelte di tutti i giorni. Questo “noi” quest’anno ha un significato nuovo, più forte che mai.

Sara

In questa Quaresima 2021 mettere l’io tra parentesi per me vuol dire guardare i bisogni dell’altro prima dei miei, significa non far ruotare tutto intorno alle mie esigenze e ai miei desideri, ma saper dare la giusta importanza alle cose. Durante questo cammino che ci porterà alla Pasqua vorrei imparare a vedere il bello in ciò che mi circonda e ringraziare il Signore per avermelo donato, evitando di giudicare e di trovare sempre quello che non funziona o non corrisponde alla mia idea. Nei rapporti con gli altri invece vorrei poter avere il desiderio profondo del loro bene e della loro felicità, indipendentemente dai miei progetti personali.

Elena

Quello presente è un periodo particolare della storia. Nessuna persona, ora vivente, aveva mai sperimentato una situazione simile di lontananza fisica e distanziamento sociale. Penso che proprio in questo risiedano la grandezza e la bellezza di tale esperienza: l’andare oltre i confini materiali per riscoprire una più alta e profonda “unione delle menti”. O, almeno, a me piace pensarla così! Ci è data un’occasione per uscire dal “proprio orticello” e fermarsi a discorrere con l’altro, ascoltandolo sinceramente e accogliendo la ricchezza di uno scambio genuino. Personalmente, ho scelto di crearlo in questo modo il “tempo del noi”; intraprendendo lunghe conversazioni su alcuni argomenti che ci uniscono, ci incuriosiscono, ci stimolano, giovani e meno giovani. Siano essi l’ambiente e i cambiamenti cui sta andando incontro, la forza intrinseca della fede talvolta celata ad uno sguardo superficiale, oppure l’incontro con l’altro, seppur diverso da me. É importante prendersi del tempo da dedicare alle persone che ci circondano, fosse anche solo con un piccolo gesto che può farli sentire meno soli. Il periodo in cui ci troviamo ha fatto maturare in me tanta voglia di approfondire, di agire, di “scuotere la polvere dai sandali” come diceva Gesù. Mi chiedo, allora, quale miglior opportunità di questa per farlo?

Letizia

Queste brevi ma profonde riflessioni mostrano come davvero, in particolare quest’anno, sia insita nel cuore la volontà di dare il meglio di sé e metterlo al servizio degli altri, affidando così la nostra vita a Gesù che, ancora una volta, vince la morte per salvarci.

Elena Coello

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